Il dopogara tra Scandone e Mega Leks

8 dicembre 2016 AUTORE: ANDRE#9
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Parlato, volto simbolo della Scandone: «Io ed Esposito lavoriamo dietro le quinte ma diamo sempre tutto. Anche per 50 secondi»
La guardia biancoverde: «Gran bella emozione segnare in Europa. Nessun rammarico per le mie scelte passate, dico solo “avessi trovato prima determinate persone sul mio cammino”. La Scandone è un grande gruppo e le sconfitte aiutano a crescere»

E’ il personaggio del momento, è il simbolo di questa squadra perché incarna appieno lo spirito del lupo. Si allena, parla poco e quando viene chiamato in causa, anche solo per pochi secondi, risponde sempre presente. Salvatore Parlato nei minuti finali contro il Mega Leks ha firmato i primi punti di un irpino in una competizione europea. Giusto al termine della gara sentire dalla sua voce quali siano state le sensazioni provate in quella manciata di secondi.

DI SEGUITO LE DICHIARAZIONI DI SALVATORE PARLATO – «Abbiamo giocato una buona pallacanestro, abbiamo rispettato appieno il piano partita e la chiave della vittoria è stata la difesa. Siamo contenti per la vittoria sia perché ci dà una spinta in più come gruppo sia perché avanziamo in classifica».

I CINQUE PUNTI IN UNA COMPETIZIONE EUROPEA – «E’ un’emozione molto bella. Io e Esposito lavoriamo dietro le quinte ma lo facciamo per dare una mano alla squadra. diamo il massimo anche se giochiamo un minuto e mezzo o 50 secondi. Essere entrato ed aver segnato rappresenta una gratificazione enorme per il lavoro svolto fino ad ora. Conosco il mio ruolo e so cosa mi viene chiesto dal coach, quindi quando entro do tutto. Solo insieme si raggiungono obiettivi importanti. Le sconfitte fanno male ma aiutano a crescere».

RIMPIANTI PER LE SCELTE DEL PASSATO – «Ho deciso io di lasciare la Scandone dopo gli studi perché volevo giocare. Solo il campo dà determinate sensazioni. Quella di tornare è stata una scelta ponderata. Rammarico per la mia carriera? Se avessi trovato allora le persone che ho trovato oggi forse parleremmo di una carriera diversa ma non ho nessun rammarico. Oggi sono orgoglioso di lavorare con professionisti del calibro di Leunen, Green, Ragland. Mi insegnano tanto sia a livello professionale che umano».

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