Si ricomincia con nuove e interminabili aspirazioni. Intervista al direttore tecnico Raffaele Puca

30 settembre 2019
Si ricomincia con nuove e interminabili aspirazioni. Intervista al direttore tecnico Raffaele Puca

Collegatevi a qualsiasi motore di ricerca e cercate Legadue 11-12. Dopo tanti nomi altisonanti, capoluoghi di provincia che vi parlano di Verona, Bologna, Reggio Emilia o Brindisi (squadre ormai avvezze anche alla Serie A), sarete forse in grado di scorgere anche Sant’Antimo. Un’outsider d’eccezione.
Sono passati ormai sette anni da quel campionato e di acqua ne è passata sotto i ponti. Addirittura, sono passate riforme che i campionati italiani li hanno cambiati, modificandone più volte la struttura e il nome. Eppure, allora si trattava della seconda massima categoria italiana di pallacanestro maschile, o per meglio dire la stessa che oggi ha cambiato i connotati in Serie A2 (un equivalente della Serie B nel calcio, per intenderci) e che dopo quasi un decennio torna ad ospitare una società di pallacanestro santantimese, grazie al progetto PSA Partenope Sant’Antimo.
Durante quegli anni il movimento cestistico in paese già contava tanti anni di esperienze nelle serie minori, e fu solo grazie al fallimento e all’acquisto del titolo di Trapani (che l’anno prima fermava Sant’Antimo ai playoff di A dilettanti) che Carlo Cantone e compagni riuscirono per la prima volta ad affacciarsi tra le grandi d’Italia. Un’opportunità che, però, fu anche l’ultima che oggi si ricorda a quei livelli e che spesso è giudicata fallimentare, malgrado le soddisfazioni che portò nel giro di un solo anno. Dall’eclettismo di Troy Bell, che nel palmares conta persino un trascorso NBA, a un giovanissimo Riccardo Moraschini (che poi ha giocato competizioni molto più impegnative), passando per l’esperienza di un evergreen del basket italiano come Alessandro Cittadini.
Tuttavia, nonostante la debacle (e il trasferimento del titolo a Napoli nel 2012) a Sant’Antimo la pallacanestro ha continuato a dire la sua, ispessendosi e investendo molto nelle scuole, nei settori giovanili e sulla passione che la palla a spicchi ancora crea nei suoi abitanti. Un diktat, questo, che da anni stimola diverse realtà sul territorio e in particolare Sorriso Azzurro Sant’Antimo, società che abbiamo incontrato nella persona del suo direttore tecnico, Raffaele Puca.

Questo che sta per iniziare potrebbe essere un nuovo anno zero per il basket santantimese, visto il progetto che ha portato la Pallacanestro Partenope a diventare quel che è oggi. Da Napoli a Sant’Antimo, insomma, con la serie B da disputare.
Sì, i contatti che hanno portato la Pallacanestro Partenope in paese, qui a Sant’Antimo, non sono dell’ultimo minuto e, anzi, il processo di integrazione è partito almeno da due anni. Sono stati molti i punti che hanno avvicinato questa società a noi e a Sant’Antimo, primo su tutti la necessità di formare un nuovo contenitore per il settore giovanile, che loro hanno prontamente individuato nelle nostre palestre, memori peraltro della cultura cestistica che caratterizza il paese e della nostra professionalità nel trattare questo sport. Questo acronimo (PSA, ndr) ci è molto caro, perché di per sé ha più di una chiave di lettura, che può essere Partenope Sant’Antimo, Partenope Sorriso Azzurro o, come ai vecchi tempi, Pallacanestro Sant’Antimo. È questa passione, la pallacanestro, che il paese ha bisogno di rivivere.

E con questo veniamo alla realtà di Sorriso Azzurro Sant’Antimo, che tu qui rappresenti. Un progetto figlio della passione verso lo sport e la pallacanestro, e allo stesso tempo di lavoro e sacrificio. Insomma, alle porte c’è il terzo anno consecutivo in Serie D, con alle spalle il dominio nei campionati di promozione campana. Questo bottino tutto sommato vi fa onore, dati i pochi anni trascorsi nelle serie minori (che addirittura l’anno scorso avete concluso ai playoff). Fino a pochi mesi fa scendevi in campo e davi morale ed esperienza ai tuoi, e ora la situazione sembra diversa dato il salto che hai fatto nella dirigenza come responsabile tecnico della prima squadra. Quali sono le tue prime impressioni?
È chiaro che questo nella dirigenza è un ruolo completamente diverso, in cui devi avere una visione di squadra a 360 gradi che da giocatore solitamente non hai o non vuoi avere. In questo caso non puoi permetterti disattenzioni, né tanto meno aspirare a glorie personali (cosa che magari quando sei sul parquet ti attira non poco). Sarà un ruolo complesso, soprattutto perché bisogna riuscire a mantenere la quadra con tutti i ragazzi, selezionare i profili giusti insieme all’allenatore, aprire a contatti diretti con le varie società e occuparsi di organizzare eventi. D’altronde, non ci manca l’affiatamento e tra noi che siamo nella dirigenza le esperienze condivise sono state davvero molte e di vario genere. Penso a Giovanni Parolisi, che oggi è un istruttore nazionale e che si occupa degli U-13 (nonché di molto altro, ndr), ma anche a Paolo Maggio, che mi ha allenato in passato e ora si occupa degli U-14, o a Nicola Liguori, a Stefano Scotto. La voglia di giocare? C’è ancora (ride, ndr), anche se sono i problemi fisici che ho avuto negli anni che hanno fatto sì che smettessi.

Chi prima di me ha definito il mercato come scintillante, e confermerai che gli innesti non sono sicuramente pochi. Anzi, il roster è completamente rivoluzionato rispetto all’anno scorso.
Il carattere del roster è cambiato radicalmente. Reduci dall’ultima esperienza sono solo il capitano Giuseppe D’Agostino e l’ala Antimo Lini, mentre a contribuire alla base dei senior ci sarà Raffaele Angelino, che è un santantimese per nascita, ma anche per formazione cestistica.
Raffaele Angelino è un classe 88, di ruolo ala piccola, che dalla sua ha un grosso cumulo di esperienza, avendo giocato quasi stabilmente in serie C-Silver negli ultimi anni (peraltro con circa 13 punti di media realizzativa a partita). È sicuramente un colpo importante, che non è però la sola novità, visto il grosso apporto di giovani che avete deciso di tirare tra le vostre fila. Dico bene?
Sì, come ho detto il roster ha molti volti nuovi. Ad esempio, c’è Andrea Montanaro, playmaker che era in forza proprio alla Pallacanestro Partenope, o Gaetano D’Angelo come guardia. A fine mercato abbiamo avuto il piacere di portare tra le nostre fila anche Cristian Fato, che a 22 anni ha già vinto un campionato di Serie D con Irpinia, e proprio con Irpinia ha giocato la serie C-Gold lo scorso campionato.
I giovani non mancano, anzi rappresentano il motore principale di un roster che è pronto per farli esplodere. Sono stati ingaggiati, infatti, il pivot Francesco Bianco e le ali Luca Iannelli, Michele Erra e Cheikh Touba Diop (ma chiamatelo pure Papi).
Non sono pochi nemmeno i millenials, a partire da Pietro De Felice per finire con alcuni tra i nostri ragazzi, che sono cresciuti proprio qui con la Sorriso. Ci sono, ad esempio, Alex Quaranta, Lorenzo De Luca e Agrippino Falzarano, e poi Emanuele Puca, un U-16 che ho voluto fortemente in prima squadra e che già sta rientrando nelle rotazioni del coach.

Pochi giorni fa siete stati di scena al memorial Davide Griffo, a Parete, che vi ha visto portare a casa un buon terzo posto. Per giunta il premio di miglior realizzatore del torneo è andato a un Cristian Fato in grande spolvero. Sono meno di venti i giorni, però, che vi separano dall’esordio in campionato, e in particolare dalla trasferta impegnativa contro il Basket Casapulla. Che partita sarà?
A Casapulla bisognerà essere molto competitivi, considerato che si tratta di una squadra che ha mantenuto grosso modo lo stesso roster di un anno fa (in serie C-Silver), malgrado la retrocessione. Intanto i ragazzi saranno impegnati nei due test pre-season con Pro Cangiani e Secondigliano, entrambi in casa alla Città dello Sport. Sono due partite che potranno aiutarci molto in vista della migliore condizione.

Fino ad arrivare alla prima gara in casa domenica 20 ottobre, dove potrete finalmente inaugurare il nuovo palazzetto. La presentazione di qualche giorno ha portato senz’altro delle buonissime impressioni (l’affluenza è stata migliore del previsto) e pare che quest’anno il fattore casa potrà esservi molto d’aiuto. Quali sono dunque gli obiettivi che ti senti di fissare?
Quest’anno abbiamo un palazzetto meraviglioso, che ha riaperto finalmente i battenti per restituire le emozioni della pallacanestro ai santantimesi. Questo è un paese che per anni ha trovato nella palla a spicchi delle forti suggestioni (ricordo lo storico campionato di Lega 2 qui). Non a caso, la nostra realtà, che abbiamo continuato a consolidare negli anni tramite la cultura del basket, ha portato a dove siamo ora, ad esempio con la nascita di PSA. Due anni fa lottavamo per la salvezza, e già dopo un anno partecipavamo ai playoffs, uscendo al primo turno, per cui un obiettivo c’è ed è sicuramente quello di migliorarci ulteriormente, che finora non ha fatto altro che incrementare ogni anno. L’auspicio è di restare su un trend positivo. In più, ci auguriamo che il nostro movimento guadagni ancor più risonanza all’interno del paese e che d’ora in avanti questo progetto, come è solito dire Giovanni (Parolisi, ndr) diventi una vera e propria fucina di talenti.

Nicola Puca