Radio e TV [Cestisticamente Parlando] L'intervento di Stefano Sardara

29 marzo 2018
[Cestisticamente Parlando] L

Stefano Sardara è intervenuto a “Cestisticamente Parlando”, il magazine di Radio PRIMARETE Caserta condotto da Francesco Gazzillo, Rosario Pascarella, Mario della Peruta ed Eugenio Simioli (con la regia di Imma Tedesco), in onda ogni martedì dalle 19:35 sui 95.00 MHz FM e in streaming su www.radioprimarete.it. Replica il giovedì alle 0.05, in podcast sulla pagina Facebook “Cestisticamente Parlando-Radioprimarete” e sul canale YouTube “Cestisticamente Parlando”.

Un bilancio della stagione della Dinamo fino a questo momento?
Se dicessi che sono soddisfatto, direi una bugia. Anzi, tutt’altro. Purtroppo, per una serie di motivi legati a tantissimi fattori che hanno coinciso, ma che non sto qui ad elencare perché qualunque cosa dicessi sarebbe una giustificazione. Siamo nella griglia playoff, ma non siamo comunque sereni perché c‘è un gruppone di squadre importanti per pochi posti disponibili. Avremmo dovuto avere qualche punto in più per essere più tranquilli. E’ ancora tutto aperto, questa squadra ha delle potenzialità che, secondo me, sono nettamente superiori ai risultati finora raccolti, ma si sa, in certe annate non tutto gira come deve girare. Sono però ottimista per il futuro, concordo con ciò che ha detto Stipcevic domenica, ossia che la nostra prestazione contro Varese, nonostante la sconfitta, non è tutta da buttare, anche se avremmo comunque dovuto fare di più. Abbiamo pagato a caro prezzo gli ultimi minuti del primo quarto e i primi del secondo. Poi abbiamo rimontato un gap di 15 punti e infine Okoye ha inventato la tripla con fallo che ci ha spezzato le gambe. Onore a Varese che ha fatto una partita strepitosa. Lavoreremo questa settimana per riprenderci a Brindisi i due punti persi domenica scorsa.

Negli ultimi tempi si è notato un pubblico di Sassari un po’ tiepido, con solo una piccola parte di esso che si fa sentire…
Secondo me è una fase umana che ha attraversato tante piazze, come Caserta e Sassari, che hanno raggiunto grandi obiettivi in breve tempo, alla fine si crea un meccanismo mentale che dobbiamo ora essere bravi a gestire e a capire non dimenticandoci che queste tifosi prima non vivevano in una capanna, ma ora non vivono in una Reggia! Dobbiamo essere felici di avere una casa in cui ora stiamo bene e migliorarla. Le critiche le accetto, anche se non transigo quando si trascende, ma per fortuna da noi è successo raramente.

La Dinamo si segnala sempre per qualche iniziativa positiva ogni anno (come ad esempio la Dinamo Academy fondata con Cagliari). Dove può e vuole arrivare questa società?
Un club, per essere considerato moderno e all’avanguardia, deve essere gestito sempre di più come un’azienda e noi stiamo facendo in modo che Sassari diventi tale, mettendo in campo tante idee e cercare di colmare il gap di natura economica rispetto ad altre piazze. Quindi, per noi, è sia una necessità, sia una virtù. Ci proviamo, alcune cose riescono bene, altre meno, ma credo che l’esportazione del brand negli Emirati, così come la creazione di una Club House, ci hanno aiutato a procedere sempre di più in questa direzione e oggi, quando penso alla Dinamo, penso che è una società sana, che non ha un euro di debiti, che ha pianificato nel medio e lungo termine e che ha tutto per fare bene.

Avete rinnovato già alcuni giocatori per l’anno prossimo come Bamforth e Pierre…
Sono state le prime due conferme per l’anno prossimo e penso, ogni volta che bacchettano il nostro coach, che è stato proprio lui a scegliere anche Bamforth e Pierre. Tutti noi non siamo perfetti e commettiamo errori, ma ricordarci ogni tanto anche delle cose positive; aiuta molto.

Un giudizio sui due ex casertani di Sassari Bostic (in campo) e Baioni (in panchina)?
Molto bene, Baio è ormai un punto di riferimento per noi, segue sia la prima squadra che il settore giovanile, i ragazzi che sono prossimi ad entrare in prima squadra fanno lavoro individuale con lui, è un grande tattico. Josh è stata per me una sorpresa incredibile, non solo per il lato tecnico, ma anche per quello caratteriale, è un vincente. Quando giocava a Caserta ha avuto qualche problema fisico che per fortuna da noi non ha, oggi sta molto bene, è uno di quei giocatori con una mentalità da vincente e che non vorrei perdere mai.

Tornando al discorso Dinamo Academy, attualmente l’unico problema è che, in caso di infortuni, non puoi prelevare da questo “farm team” di Serie A2 dei giocatori…
Attualmente il problema è questo, ma la Federazione, che ci ha già supportato per questo progetto, oggi ha fatto suo e sposa questo progetto in pieno ed è uno dei punti cardine della riforma che il presidente Petrucci sta portando avanti. A completamento dell’innesto dei secondi club, sarà fondamentale garantire gli scambi interni, magari inserendo dei limiti e delle regole. Ad esempio Ebeling, che gioca quest’anno a Cagliari in A2, ha avuto un grosso miglioramento perché ha avuto la possibilità di crescere prima di tutto fisicamente, ma soprattutto, nonostante la fatica per il debutto in A2, per l’esperienza maturata in campo. I ragazzi devono giocare perché, se vogliamo farli diventare dei campioni, dobbiamo metterli in condizione di farlo non appena il loro fisico o la loro tecnica glielo consentono.

Il tuo pensiero sulla legge 91, sul professionismo applicato al Basket?
La legge 91 equivale, nell’ambito sportivo, al lavoro a tempo indeterminato in un’azienda. Questo vuol dire che noi abbiamo una iniquità rispetto ai competitors europei dove ci sono delle regole meno restrittive, come ad esempio un lavoro temporaneo. Noi, ad esempio, versiamo contributi per alcuni giocatori americani che stanno dai 2 mesi, ad un anno con noi, equivalenti a quelli di un nostro dipendente a tempo indeterminato. Quando noi parliamo di budget, il milione di euro italiano equivale al milione e mezzo di euro spagnolo e quindi, quando andiamo a giocare ad esempio con Murcia, che è una squadra che ha il nostro stesso budget, in realtà il suo budget netto è molto superiore.

Situazione che porterebbe un vantaggio anche a Milano….
In Italia no, perché c‘è una differenza importante tra il budget di Milano e quello delle altre squadre, però, nel momento in cui Milano va in Europa, si crea lo stesso squilibrio che ho menzionato prima ad esempio tra loro e le squadre spagnole o francesi. Quindi la legge 91 deve essere una priorità, ho visto la Federazione impegnarsi in tal senso e questo è molto positivo.

Progetti futuri in casa Dinamo Sassari?
Ci piacerebbe sbarcare sul digitale terrestre, è un lavoro complesso ed impegnativo che richiede tante risorse, speriamo di riuscirci. Il nostro progetto si chiama: Dinamo TV.

Redazione Cestisticamente Parlando