Il punto alla ripresa delle attività

10 giugno 2020
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L’ultimo venerdì di maggio, dopo 2 mesi di allenamenti online, abbiamo ricominciato “dal vivo” con i nostri ragazzi.

Ottimo l’inizio, ora serve continuita’.

Ricordiamoci che dobbiamo approfittare di questo periodo, prendendone il lato positivo, che consiste nell’opportunita’ di poterci migliorare individualmente.

Diversi lo hanno capito: molto bene in particolare il 2003 “goal” Sivori, il quale ha capito che deve mettere in pratica la formula “work hard, work smart, work consistely” per valorizzare il suo talento.

La ripresa degli allenamenti ha messo in luce alcune aspetti positivi quali la grande voglia di tornare in campo, soprattutto da parte dei piu’ giovani.
Di negativo, e non per colpa dei ragazzi, c’e la consueta paura di sbagliare che va piano piano eliminata.
Purtroppo, a mio parere, vi sono alcune problematiche strutturali quali:
1) La mentalità molto diffusa secondo la quale bisogna essere sempre vincenti e quindi è necessario battere tutti, con la ovvia conseguenza che l’errore non è permesso.
2) I voti a scuola nella scuola primaria che producono insicurezza, limitano la creativita’ e soprattutto fanno dipendere sempre da un giudizio altrui la valutazioni delle proprie capacita’
3) Mancanza in italia di una “cultura del fallimento”, presente invece nei paesi nordici, in particolare in finlandia.

In questo paese e’ stata anche istutita la giornata mondiale del fallimento. I l senso e’ che commettendo errori non solo si impara, ma si creano nuove opportunita’, si inventa e ci si tempra.
Non a caso questo popolo, grazie alla mentalita’ denominata sisu, ha saputo resistere militarmente alla russia, nonostante la sproporzione delle forze in campo.
Riprendendo il punto 2 legato alla scuola, in finlandia le valutazioni ( assenti nella scuola primaria) vengono assegnate in base ai progressi dell’allievo e non in termini comparativi. Se io parto da un livello 10 e arrivo a livello 50 sono stato molto bravo, indipendentemente da quanto hanno fatto gli altri.

In conclusione i nostri ragazzi devono :
1)Capire quale e’ la funzione dell’allenamento: fare meglio le cose che si sanno gia fare, ma soprattutto esercitarsi in quelle che non si sanno ancora fare bene. Ogni errore, se analizzato, ci consente di fare progressi.
2) Sostituire la classica frase “ con la mano sinistra non sono capace”, sentita purtroppo anche ieri, con : “ mi esercito con la mano sinistra finche’ non divento bravo”. E questo e’ ovvaimente solo un eseperche’ vuol dire che ho provato a fare qualcosa
3) Comprendere che bisogna allenarsi al fallimento(il miglior giocoliere del mondo, kwam lee, sa che quando si esercita fara’ cadere tante volte qualche pallina, ma si allena tanto e bene da quando aveva 6 anni ed e’ diventato per questo il numero 1.
4) Capire che, ricollegandosi a Kwam Lee, i campioni NBA non sono cosi per grazia divina, come spesso pensano i nostri giovani, ma perche’ si sono allmoltedifficolta’ e non hanno tenuto conto di bocciature ed esclusioni (Michael Jordan, Steph Curry, etc)
Steve Nash ha detto che sarebbe rimasto disoccupato, se tutti si fossero allenati come e quanto si allenava lui!
E’ la risposta migliore a chi, tra i nostri giocatori, mi dice che e’ basso e che quindi non puo’ giocare, visto che steve nash non era alto e neppure atletico.
5) capire quindi che i limiti spesso sono autoprodotti e le convinzioni autolimitamnti sono il nemico peggiore.
I migliori giocatori sono quelli convinti dei propri mezzi, quelli che in campo osano!

Luca Macchiavello