C Femm. Trento 'boccia' le aponensi


Trento

Altra gara altro esame. E questa volta non lo passiamo! Neanche per il rotto della cuffia, come ad Alpo. L’esame di maturità, con il nostro bel curriculum di vittorie, era difficile, lo sapevamo. Anche per via della moltiplicazione delle energie, che sistematicamente scende in campo quando si tratta di battere la prima della classe. Ecco, esprimersi da primi della classe ci manca. Non entriamo in campo con la mentalità giusta, l’approccio è sempre timoroso, non dettiamo il ritmo ma spesso lo subiamo, e nella rincorsa può succedere che inciampi. E cadi. L’importante è rialzarsi. Ce l’abbiamo fatta almeno due volte nel corso dei 40 minuti. Ma la determinazione (e la precisione al tiro) delle trentine ha prevalso. Certo! Si può rimpiangere sull’ultimo tiro. Quello che ci si ricorda più facilmente. Ma una sconfitta, tanto più sul filo di lana, è il risultato di mille errori, e quello del tiro sbagliato, è proprio quello più comprensibile, in parte anche giustificabile. Ma le quattro rimesse “generose” dove le mettiamo ? Se, se… Del senno di poi. Come sempre. Si può dire che il coach non ha fatto entrare l’una, o ha fatto giocare troppo un’altra, si può dire zona, uomo o mista, ma è lì in campo e durante tutti i 40 minuti, che bisogna rialzarsi, appunto.

L’ouverture di Trento ha la mano pesante di Bortolotti (autrice di 19 punti), noi tra un balbettio e l’altro riusciamo a rintuzzare, punto su punto. Anzi chiudiamo la prima frazione in vantaggio: 10-13 con poco lavoro per il refertista.

Azzardiamo subito un allungo, con Giada dalla lunga. Difesa fuori equilibrio e Pusceddu ci prende. In attacco lasciamo spazio alle soluzioni individuali, Marta è ben difesa e non è proprio in serata. Giulia e Giorgia fanno amicizia con il canestro e ci portano in spogliatoio ancora in vantaggio, parliamo di quattro punti (26-30). Nulla di fatto, tutto da fare. Solitamente al ritorno dalla pausa lunga sfoderiamo il meglio del nostro repertorio. A Trento non è così: le padroni di casa ci affiancano e ci salutano. Non basta una bomba della capitana per sminare il campo, di là hanno a disposizioni più munizioni. Una fatica boia in difesa, se le cambiamo il risultato non cambia. E contro la zona press, mancanza di autorità, che in traduzione simultanea, significa palloni di platino consegnate in mani avversario, che alla fine peseranno più del piombo. Parziale di 17 a 9 è Trento che conduce 43-39 prima dell’ultimo quarto. Un vantaggio di due soli punti. Che sarà mai ? Ci prende l’affanno, e pure la stanchezza. Perdiamo in lucidità e scarabocchiamo degli attacchi. E’ il cuore verde che pulsa ancora, buttiamo sul rettangolo tutto quel (poco stasera) che abbiamo. Il mai sopito Thermal Pride sopperisce a tutte le defaillance tecniche e atletiche. Palloni vaganti trasformati in punti preziosi. Testa bassa e via andare. Riapriamo la partita, anzi la riprendiamo in mano. Al 38’ siamo in vantaggio di uno. Non basta. Buttiamo via due match point, Trento ci castiga. Una settimana di stop del campionato. Acqua santa per le infortunate, il tempo per prepararci, allenandoci sempre e bene, e ritorniamo in campo pronte per gli ultimi sei esami. “Non è forte chi non cade, ma chi cadendo ha la forza per rialzarsi” (Jim Morrison).

Uff. Stampa U.S. Dil. Thermal Basket Abano

GS Belvedere-Thermal Abano 61-58

101326304339

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