L' Under 18 del San Donà vola all'interzona di Senigallia

14 maggio 2017 AUTORE: atticus
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ASD JESOLOSANDONA’ BASKETCUS GENOVA ASD 77 – 44
1° quarto 21–16 / 2° quarto 44–23 (23-7)
3° quarto 63–34 (19-11) / 4° quarto 77–44 (14-10)
Note:
-Usciti x 5 falli: nessuno
-Tiri Liberi JSDB 9 su 13 = 69,23 % – Genova 8 su 11 = 72,73 %
-Tiri da 3p: JSDB 7 – Genova 4
-Falli: JSDB 12 – Genova 13
-Arbitri: Lera F. e Fusardi C. di Brescia

ASD JESOLOSANDONA’ BASKET
Almacolle 6, Andreetta 4, Biancotto E. 1, Fregonese -, Costantini 13, Di Laurenzio 15, Ferretti -, Granzotto -, Diral -, Mattiuzzo n.e., Ostan 13, Tuis 26

CUS GENOVA ASD
Pampuro 8, Franconi 6, Millio-Spinetti 4, Bertini, Martini, Vicenzi 2, Ferraro 2, Bianco,  Cassanello 14, Croce 4, Costa, D’Erba 4

SAN DONA’ VINCE LO SPAREGGIO E SI QUALIFICA PER LA FASE INTERREGIONALE
E’ andata come speravamo, non oso dire credevamo, ma eravamo molto fiduciosi. Il risultato della partita non ha lasciato dubbi ai presenti, quanto espresso in campo ha dimostrato una netta differenza tecnica tra le due squadre a favore dei sandonatesi, sicuramente per il maggior livello dei giocatori del proprio starting five.
La giornata era cominciata con grande tensione e concentrazione fin dal ritrovo nel piazzale del Palasport di San Donà alle ore 15 di giovedì per la partenza. Giornata fresca e piovosa, ideale per una trasferta lunga, perché non appena lungo il percorso, quando ormai eravamo sul lago di Garda, il sole aveva fatto la sua apparizione in una breve schiarita tra le nubi, la temperatura si era subito alzata e l’umidità dell’aria fastidiosamente appiccicosa.
Ma ormai eravamo in prossimità della metà, ed il disagio non dava più di tanto fastidio.
In auto i kilometri scorrevano velocemente, ed ovviamente disquisivo sulla partita con coach Epis, quello degli “Epis days”, mentre l’altro veneziano a rimorchio sonnecchiava vistosamente come una gatto raggomitolato sul divano. In quel di Peschiera ho cercato di rianimarlo con la prima domanda che mi passava per la testa, visto che di solito da segni di vitalità solo quando sotto interrogatorio, ma al mio primo affondo su cosa ricordasse geograficamente e storicamente quella località sul lago lambita dall’autostrada, la risposta era stata immediata e spontanea: “i gemelli Czumbel”. Cestisticamente “ineccepibile” direbbe Sherlok Holmes, trattandosi dei due giocatori dell’Aquila Trento che ci avevano fatto vedere i sorci verdi durante la fase Eccellenza, ma scolasticamente disarmante. Ho cercato di facilitargli la soluzione del quesito con accenni geometrici parlando di quadrilateri, ma non si trattava né di rombi, né di quadrati o rettangoli, e neppure di difese box and one, ma dei vertici di una strategia difensiva legata ad uno specifico evento storico: le Guerre d’Indipendenza ! cosa c’era a Peschiera ? Lasciamo perdere, la disquisizione aveva raggiunto lo scopo di rianimare l’appisolato, e l’arrivo al casello di Brescia aveva fatto cadere l’anomala disquisizione. Nel mentre però iniziava una violenta discussione col navigatore dell’auto, che pareva portarci fuori dalla nostra metà, su strade sempre più enigmatiche. Alla fine siamo riusciti a prevalere ed arrivare in palestra, non troppo presto per non farci cucinare dall’attesa, né troppo tardi per non farci assalire dall’ansia. Impianto discreto per spazi e fondo, canestri forse eccessivamente molli ma probabilmente preferiti dai giocatori con mano pesante, perché calamitavano i palloni. Purtroppo l’inizio della partita ha avuto un piccolo giallo e conseguente ritardo, a causa del mancato funzionamento dell’apparecchiatura dei24”. Nel mentre i responsabili dell’organizzazione si affannavano invano per procurare le attrezzature di riserva da un’altra palestra, e gli arbitri erano costretti a ritardare l’inizio della gara, mi toccava risolvere il problema con un colpo d’intuito. Infatti l’impianto cronometrico era dello stesso tipo di quello esistente nel Palasport di San Donà, che spesso fa le bizze quando gli spinotti non sono perfettamente inseriti ed avvitati nelle prese. Dopo averli riposizionati tutti senza successo ci siamo ricordati che spesso la causa stava nell’inserimento dei fili. E’ bastato spingere con forza il cavo dentro lo spinotto e poi fissarlo con del nastro adesivo per risolvere il problema, togliendo così il pericolo di dover disputare una partita senza uno strumento cronometrico essenziale.
In vita mia ho fasciato caviglie, ginocchia, teste di giocatori, …., ma doverlo anche fare per la console di un impianto cronometrico proprio non mi era mai accaduto.
Alle 19,15 finalmente veniva alzata la palla a due. JSDB andava subito a segno con Lorenzo dalla media, ma Genova replicava con una tripla di Pampuro, che sfruttava l’eccessivo ritardo di adattamento della nostra zona. Una paio di azioni a vuoto per parte, poi il Gallo ci faceva rimettere la testa avanti sfruttando la sua maggior altezza sottocanestro. I liguri, però, reagivano con un’altra bomba, questa volta da parte di Cassanello, che subito dopo bissava da due portando i suoi avanti per8 a4; resterà questo praticamente l’unico momento di vantaggio della partita per i suoi. JSDB ritrovava rapidamente fluidità nei propri giochi d’attacco, ed una costante precisione dei propri esterni Nicolò e Tommaso, mentre Matteo svolgeva una discreta regia ed oscuro lavoro difensivo. Al5’San Donà faceva le prime prove di fuga portandosi sul16 a8, per poi allungare fino a 21 con due canestri consecutivi di Tuis, fino a quel momento marcato a francobollo. Due distrazioni da pollo del Gallo, scusatemi il gioco di parole, rianimavano i genovesi che c’entravano due triple consecutive (ancora di Pampuro e Cassanello) ed un canestro da due, riportandosi sul finire del tempo ad un solo possesso di distanza – 3 (18-21). Inizia il secondo quarto con ottima pressione difensiva, prevalenza netta nei rimbalzi, movimento e circolazione di palla in attacco: i sandonatesi scappavano rapidamente in doppia cifra chiudendo il tempo sul 44 a23, mettendo una seria ipoteca sull’esito finale della partita. Verso la metà del terzo quarto il coach sandonatese cominciava anche una costante rotazione tra i propri giocatori, che rispondevano tutti positivamente, da Francesco, a capitan Pietro, da Daniele a Fede, mentre gli esterni veneti imperversavano da fuori. La ripresa poteva comunque diventare il momento della loro riscossa, ma JSDB chiudeva la pratica portandosi sul 63 a34. Dopo 2’dell’ultimo quarto il CUS veniva matematicamente doppiato 76 a38, e la contesa poteva dirsi praticamente chiusa. San Donà continuava con le proprie seconde linee che non combinavano un gran che in attacco, ma tenevano molto bene in difesa.
Qualificazione ampiamente meritata da parte dello JSDB, e riconferma del notevole livello tecnico esistente Veneto, che ha sicuramente contribuito al miglioramento qualitativo del nostro gruppo.

GBF