Grande soddisfazione per la seconda edizione del Training Camp

7 luglio 2019 AUTORE: Androe
Grande soddisfazione per la seconda edizione del Training Camp

Grande soddisfazione per la seconda edizione del Training Camp di Verona Basket, aperto ai ragazzi di Settore Giovanile, nati dal 2002 ai 2006.

Sotto la guida di coach Davide Bianchi e dell’assistente Davide Palumbo, coadiuvati negli allenamenti dal preparatore fisico Matteo Ferrari, 20 ragazzi per settimana, per 3 ore al giorno, dal lunedì al venerdì, hanno potuto “approfondire” lo studio dei fondamentali individuali d’attacco e, usufruendo del preparatore fisico, programmare il lavoro individuale che potranno svolgere durante l’estate. Una settimana intensa ma estremamente utile prima del “rompete le righe”.

Dacio Bianchi: “Sono soddisfatto dall’impegno profuso dai ragazzi che hanno partecipato ad entrambe le settimane. Abbiamo potuto lavorare in modo diverso rispetto a quanto si fa normalmente nel corso dell’anno e puntualizzare gli allenamenti a stazioni sui fondamentali, cercando di incrementare sia le qualità già buone, sia aggiungere qualche cosa al loro bagaglio. Questa iniziativa verrà sicuramente da me riproposta. La ritengo fondamentale perchè i ragazzi possano, durante l’estate, oltre a giocare al campetto, a provare ad incrementare le loro capacità tecniche”.

Matteo Ferrari: “Sono rimasto sorpreso dall’intensità e dall’attenzione che hanno posto i ragazzi alle esercitazioni fisiche che ho proposto. I partecipanti hanno potuto verificare i punti deboli, su cui con consigli ed esercitazioni specifiche, potranno durante l’estate, allenarsi individualmente per presentarsi al meglio ai raduni delle proprie squadre.”

Fabio Celebrano: “Hanno partecipato a questo Camp ragazzi di Verona Basket e della Cestistica ed un ragazzo di XXL Pescantina. L’ottimo risultato di questa edizione ci fa già da oggi valutare che, nel 2020, verrà proposta in modo ancor più specifico e a tutte le Società, per il miglioramento individuale dei ragazzi che vogliono partecipare”.

Andrea Etrari